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Cessione del quinto Inps: caratteristiche generali e possibili limitazioni

La categoria dei soggetti che possono approfittare della cessione del quinto Inps tramite gli istituti di credito è diventata ancora più numerosa, dopo la decisione del legislatore di includere tutti i pensionati, e non solo quelli che sono ex Inpdap ed ex Enpals. Ovviamente ci sono delle limitazioni, che agiscono soprattutto sui tassi (ragion per cui l’ente pensionistico stipula convenzioni, al fine di aumentare la tutela dei propri pensionati), e che sono determinate anche dall’età anagrafica dei pensionati, visto che l’età massima finanziabile varia a seconda delle scelte operate dalle banche e finanziarie aderenti agli accordi, a differenza della cessione del quinto della pensione Inpdap (prestito pluriennale) per la quale è fissata a 90 anni.

CONFRONTA 3 PREVENTIVI DI PRESTITO

Chi può richiedere il finanziamento?

Per prima cosa bisogna fare una distinzione tra la cessione del quinto Inps accessibile a tutti i pensionati che ottengono una pensione pagata dall’ente (siano ex autonomi, ex dipendenti pubblici o privati), e quella relativa alla gestione ex Inpdap. Quest’ultima è accessibile solo ai pensionati che siano iscritti all’apposito fondo della Gestione Unitaria. Le differenze tra le due tipologie di cessioni sono importanti anche per la libertà” di utilizzo delle somme concesse. Solo per i primi (pensionati Inps senza distinzioni) infatti si potrà richiedere la cessione senza dover giustificarne l’uso, mentre nel caso di quella ex Inpdap )prestiti pluriennali diretti) si potranno fare le richieste solo al verificarsi di alcune situazioni, che vanno dimostrate (ed in alcuni casi anche autocertificate).

Per l’ipotesi più generica, perché aperta alla maggioranza dei pensionati quindi, tutti coloro che hanno una pensione erogata dall’Inps, che non rientri in quelle esplicitamente escluse (invalidità, accompagnamento, pensione sociale e minima, ecc), possono farne richiesta, ma solo per la parte che eccede l’ammontare della pensione minima vigente. Infatti si ha l’obbligo di farsi rilasciare dall’Inps la certificazione della quota cedibile, da consegnare alla banca o alla finanziaria con la quale si porta avanti la pratica di richiesta del prestito.

Inoltre l’età anagrafica non può superare, alla scadenza del contratto, l’età massima stabilita da ciascun Istituto di credito. A riguardo troviamo Bnl (quindi di conseguenza anche Poste Italiane) che mantiene la soglia al pari dei 90 anni dell’Inpdap, per poi scendere agli 85 anni di Unicredit e Compass, mentre la media si ferma normalmente intorno ai 75 anni. Infine c’è il limite dell’importo massimo che la banca prevede come finanziamento (anche qui con variabilità da Istituto di credito ad altro Istituto o finanziaria). Per conoscere le adesioni alla convenzione si può consultare questa sezione: http://www.inps.it/servizi/cessionequinto/Pages/GestEntiConvenzionati.aspx

Requisiti necessari

Come per tutte le cessioni del quinto i requisiti che dovrà possedere il richiedente dovranno essere sia oggettive che soggettive. Quindi oltre ad aver raggiunto lo status di “pensionati” Inps (quindi anche gli ex autonomi), bisogna avere:

  • età anagrafica compresa nell’intervallo di età previsto dalla banca o dalla finanziaria alla quale ci si rivolge (a riguardo bisogna tener presente che l’età massima coincide con il termine del finanziamento. Quindi se si sceglie una banca con età massima ammissibile di 80 anni, per poter sottoscrivere un piano di ammortamento minimo di almeno 2 anni, al massimo si dovranno avere 78 anni non compiuti);
  • quota cedibile di importo minimo accettato dal possibile finanziatore (difficilmente saranno concesse cessioni con importo minimo della rata inferiore ai 50 euro).

Documenti necessari

Nel caso di richiesta di una normale cessione del quinto Inps saranno richiesti come documenti di base:

  • certificazione della quota cedibile;
  • ultimo cedolino della pensione;
  • documento di identità;
  • codice fiscale oppure la tessera sanitaria.

Nel caso di cessione del quinto Inps ex Inpdap (sia per i prestiti pluriennali diretti e indiretti) saranno necessari, oltre ai documenti già indicati anche:

  • uso dell’apposito modulo messo a disposizione dall’amministrazione;
  • documentazione che dimostra il verificarsi dell’evento che ne permette la richiesta, e l’importo di cui si avrebbe bisogno (ad esempio malattia, acquisto auto, ristrutturazione abitazione, nascita di un figlio, matrimonio, funerale, ecc). In alcuni casi la documentazione dimostrativa può essere sostituita da autocertificazione, ma l’amministrazione può chiedere in qualsiasi momento che questa venga integrata con i documenti di spesa e quelli che danno prova dell’evento ammesso.

Quanto convengono i tassi delle convenzioni?

Ad ogni banca e finanziaria che aderisce alla convenzione dell’Inps viene lasciata ampia libertà di scelta sulla determinazione del tasso applicato. Quindi si devono richiedere più preventivi, procedere con una simulazione sulla sostenibilità delle rate caso per caso, e solo successivamente passare all’inoltro della richiesta che sembra essere la più conveniente. Rimane comunque l’onerosità dell’assicurazione obbligatoria, con un peso considerevole, visto che con l’innalzamento dell’età dei richiedenti, aumenta il rischio statistico di decesso, e quindi il premio si alza progressivamente.

Il costo dell’assicurazione “caso morte” obbligatoria può rendere più o meno vantaggioso richiedere una normale cessione del quinto Inps al posto di una ex Inpdap (se si hanno i requisiti per farlo). Ciò dipende dal fatto che questa assicurazione (che rimborsa il finanziamento residuo in caso di decesso del finanziato) ha un costo crescente con l’avanzare dell’età del finanziato. Aspetto che diventa molto evidente se si va a vedere la percentuale applicata come contributo del fondo di rischio in base alle tabelle Inpdap, mentre nel caso delle altre cessioni offerte dalle normali banche o finanziarie, bisogna fare simulazioni differenti su varie età per poter cogliere queste differenze.

Ovviamente in entrambe le ipotesi, ovvero sia nel caso dell’Inpdap che quello delle banche e finanziarie, con l’aumentare dell’età il costo dell’assicurazione tende ad aumentare, perché cresce il rischio che l’evento assicurato (ovvero il possibile decesso) aumenta. Ma allora perché potrebbe diventare più conveniente una cessione del quinto con tassi mediamente più elevati rispetto il 3,5% di base applicato dall’ex Inpdap? Perché dopo le novità normative introdotte sulle assicurazioni e sul conflitto di interessi che potrebbero avere le banche che propongono polizze di banche appartenenti allo stesso gruppo, molte banche hanno scelto di farsi carico del costo del premio assicurativo.

Quindi anche se si è dipendenti pubblici, che nel momento di passare alla pensione hanno scelto di iscriversi al fondo della Gestione Unitaria, effettuando i regolari contributi (raggiungendo il numero minimo di anni di versamenti), spesso è conveniente richiedere il calcolo di differenti preventivi, sfruttando anche le convenzioni Inps. Dare per scontato che la versione del prestiti pluriennali sia sempre la più conveniente può essere la scelta meno conveniente, oltre che la più difficile da ottenere in tempi ragionevoli.

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