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Conviene affittare casa? Come, perché e quando

Quando è preferibile scegliere di andare a vivere in case in affitto e quando invece bisognerebbe avventurarsi nell’acquisto con la stipula di un mutuo? Non sempre, inoltre, si ha la possibilità di scegliere, considerate tutte le limitazioni dovute alla mancanza di risparmi e ad una capacità reddituale che consenta di ottenere il via libera da parte di una banca.

Per l’affitto, tranne nel caso di prestazione fideiussoria (raramente richiesta), si possono invece firmare dei contratti anche se non si hanno redditi dimostrabili. In ogni caso è bene conoscere le normative principali che regolano i contratti delle case in affitto (vedi anche Tasse su affitto), così da non incontrare problemi o difficoltà future.

Quali possibili alternative per i contratti di affitto?

Ci sono due forme base che sono: l’affitto con canone libero che prevede una durata di 3 anni, con rinnovo automatico di due (in tutto 5 anni) e quello concordato, che invece ha una durata base di 4 più rinnovo automatico di 4 (in tutto 8 anni).

Anche si vuole affittare per un periodo minore di 18 mesi, o al massimo per un paio di anni, a studenti universitari si rientra nell’ipotesi di canone concordato.

Ci sono poi le situazioni particolari, dovute ad affitti brevi ed altre forme che hanno carattere turistico. La scelta del tipo di contratto ha degli effetti sul pagamento delle imposte, mentre per quanto riguarda le modalità e i costi di registrazione ci sono delle differenze, che dipendono dal numero di immobili o dalle preferenze del proprietario.

Registrazione contratti di affitto

Indipendentemente dalle tipologie di case in affitto (con la sola eccezione di quelle di lusso o con valore storico-paesaggistico), chi ha almeno 10 immobili da affittare (o in locazione) ha davanti la via di registrazione telematica, gli altri o provvedono di ufficio con la compilazione del RLI oppure deve rivolgersi ad un intermediario abilitato (che a sua volta procede per via telematica).

I costi di imposta di registrazione del contratto sono del 2% per tutte le annualità previste nel contratto e per tutti gli immobili ad eccezione di quelli strumentali “per natura” per i quali l’imposta è dell’1% e per i fondi rustici per i quali si scende allo 0,5%.

Per le case in affitto nei comuni con alta “tensione” abitativa, il calcolo dell’imposta viene fatto solo sul 70% della base imponibile, scegliendo la soluzione del canone concordato. Il versamento minimo per il primo anno non può scendere sotto i 67 euro.

Vedi anche: Homepal.


 

 

 

 

 

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