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Guida alle nuove regole per la detrazione Tasi

Dopo la confusione del 2014 la situazione per la detrazione della Tasi rimarrà ingarbugliata anche per il 2015. Infatti la Legge di Stabilità ha bloccato la possibilità dei comuni di poter aumentare l’aliquota oltre la soglia precedentemente fissata al 2,5 per mille (incrementabile fino al 3,3 per mille laddove erano state previste proprio le detrazioni), senza però stabilire delle nuove linee guida che facessero un po di chiarezza. L’unico punto fisso, al di là della libertà di determinazione della Tasi a livello locale, è questa si applicherà all’abitazione principale, ma solo laddove è prevista e nelle modalità stabilita nelle stesse delibere comunali.

Quali le detrazioni della tasi?

Purtroppo è impossibile fare un quadro dettagliato della situazione, poiché la libertà e l’inventiva adottata dai comuni è stata pressoché totale. Non da ultimo, si contano delle amministrazioni comunali che, pur avendo alzato l’aliquota al 3,3 per mille, non hanno aggiunto alcuna detrazione sulla Tasi prima casa (situazione da monitorare ed eventualmente far presente al Ministero delle Finanze). Le detrazioni possono essere comunque raggruppate in alcune casistiche generali:

  • detrazione tasi per i figli “a carico”: alcuni comuni hanno introdotto degli sconti, di importo fisso applicato a figlio (con età pari a quella stabilita nella delibera);
  • creazione di un sistema di aliquote a scaglioni, che possono prendere come riferimento: rendita catastale, reddito o Isee del proprietario;
  • presenza di situazioni particolari nel nucleo (come dei portatori di handicap);
  • detrazioni fisse per l’abitazione principale (con importo variabile a seconda del comune, e da dividere tra i vari proprietari in modo uguale);
  • mix di vari requisiti (come reddito, età anagrafica, rendita, ecc).

Come conoscere le detrazioni sulla tasi?

A riguardo non c’è molta scelta. Bisogna informarsi presso la propria amministrazione comunale, e controllare anche il relativo regolamento (approvato con la delibera di definizione delle aliquote), un compito facile per chi vive in grandi Comuni come Milano e Roma, ma molto più spinoso per realtà meno informatizzate. Nella maggioranza dei casi la situazione rimane immutata rispetto al 2014, ma per avere la certezza va fatto un controllo per vedere se ci sono delle discrepanze. Il Ministero durante l’anno passato ha richiamato un buon numero di Comuni che non si erano adeguati alle direttive centrali, facendo pagare più del dovuto, situazione che quest’anno non si potrà ripresentare.

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