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Imu seconda casa: informazioni utili

Chi deve pagare l’Imu e come si calcola? Poca chiarezza e troppa libertà di determinazione dei relativi importi da parte delle amministrazioni comunali, hanno tradito quella che doveva essere la vera intenzione (od almeno quella sbandierata) che era alla base dell’introduzione della Iuc e cioè: semplificazione del pagamento delle imposte sulla casa, rendendole meno onerose e più chiare.

Invece l’unica certezza è che bisogna dipanarsi tra una diversificazione delle aliquote, profondamente differenti tanto tra le grandi città come Roma e Milano, quanto tra le più piccole, dovendo porre anche attenzione al rispetto dei tetti massimi imposti dallo Stato. Sono stati tanti i Comuni che hanno ricevuto un richiamo dal Mef per aver sforato questi tetti (ad esempio adottando aliquote massime senza introdurre le relative agevolazioni, ecc), ma per chi ha pagato più del dovuto, a meno che non se ne accorga e non si rivolga al proprio comune, speranze di riavere indietro i soldi pagati in eccesso praticamente non ce ne sono.

Quindi arriviamo ad un’altra questione che va al di là del solo calcolo del pagamento dell’Imu, soprattutto nel caso della seconda casa, considerato che sono pochi i casi in cui questa non debba essere pagata e cioè: come evitare errori?

Come si calcola l’Imu seconda casa?

Il calcolo può essere fatto con facilità, una volta che si conoscono le aliquote del proprio comune (che possono essere comprese tra lo 0,46% e l’1,06%). Bisogna avere: la rendita catastale, farne la rivalutazione del 5%, quindi effettuare il calcolo del “valore catastale” che deve essere aumentato del 60% ed infine calcolare l’imposta lorda tramite l’applicazione dell’aliquota prevista dal comune di residenza.

Il calcolo dell’Imu seconda casa: attenzione alle aliquote e alle scadenze “a saldo”

E’ possibile calcolare l’importo dell’Imu sulla seconda casa anche online tramite, ad esempio, il sito delle amministrazioni comunali. Per semplicità si tende a provvedere al calcolo (anche presso il patronato o il commercialista) dell’intero importo da pagare per l’intero anno, ma ciò che è accaduto nel 2014 deve spingere ad essere più cauti: meglio calcolare l’importo della rata in acconto ed a saldo vicino alle rispettive scadenze, così da sfruttare eventuali riduzioni di importo imposte dalle circostanze.

Per quanto riguarda l’esenzione in caso di comodato d’uso gratuito dell’immobile, bisogna accertarsi che il Comune contempli questa possibilità (che in alcuni casi è prevista solo per l’immobile e non per le relative pertinenze). In ogni caso il contratto di comodato d’uso deve essere sempre stipulato in forma scritta e registrato presso l’Agenzia delle Entrate perché possa essere considerato valido.

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