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Affitto e rendimento: tasse, imposte e possibili sconti

Fin dal suo esordio, la cedolare secca ha mostrato una chiara intenzione dello Stato di spingere i proprietari degli immobili (dalle prime case alle seconde case, ed alle eventuali pertinenze come box, garage e cantine) a preferirla rispetto alla normale tassazione Irpef. Va anche ricordato che le tasse su affitto vanno pagate anche se il canone di locazione non viene percepito, per eventualmente recuperare l’importo dichiarato ma non dovuto, per la morosità dell’inquilino, al termine del procedimento giudiziario. Poi ci sono le limitazioni per l’impiego della cedolare secca che interessano la tipologia del locale commerciale, e i box o simili nel caso in cui non siano delle pertinenze.

Tasse su affitto: meglio la cedolare secca o il calcolo con l’Irpef?

Un paragone che non crea alcuna difficoltà decisionale. Laddove è possibile optare per la cedolare secca, va preferita, considerato che le tasse su affitto nel caso dell’Irpef possono potare a quasi un dimezzamento dell’utile netto che rimane nelle tasche del proprietario (in funzione del proprio scaglione Irpef). Ci sono due fattori che hanno peggiorato la situazione:

  • uno è la riduzione dello “sconto” sulla base imponibile, che a meno di alcune eccezioni, è passato da 15% a 5% (che sale invece al 30% nelle zone ad elevata densità abitativa se sono presenti degli accordi locali come ad esempio l’equo canone);
  • l’altro è l’aumento delle tasse comunali e statali sulla proprietà di un immobile (con Iuc, tares, Tasi, Imu, ecc), che determina anche delle notevoli differenze di rendimento da una zona all’altra in Italia.

La questione del calcolo tasse su affitto agenzia delle entrate per la registrazione

Il contratto di affitto va registrato, quindi al calcolo delle tasse sui canoni di locazione percepiti, per poter valutare il rendimento netto reale dell’affitto, tolte le tasse dirette, vanno considerati anche i costi di registrazione, l’imposta di registro e i bolli (che dipendono dal numero di facciate del contratto di affitto registrato). L’imposta di registro è del 2%, tranne alcune eccezioni (come i beni strumentali locati a soggetti iva che scende all’1% e i fondi rustici, con valore dello 0,50%). Non si applica l’imposta di registro sul deposito cauzionale tranne il caso in cui dovesse essere pagato da un terzo (con aliquota dello 0,50%). Nel caso della registrazione di contratti pluriennali si possono ottenere degli sconti.

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